Treviso (Venerdì, 20 Giugno 2025) — Ieri mattina, Giovedì, 19 Giugno, si è svolto presso l’Auditorium Sant’Artemio di Treviso, il convegno dedicato alle frontiere dell’apprendistato giovanile, dal titolo “Il futuro nelle nostre mani: giovani, apprendistato, artigianato”, promosso da Confartigianato Imprese Veneto e Veneto Lavoro, per rivalutare tale strumento facendolo tornare ad essere un validissimo strumento di formazione e lavoro.
di Melania Pulizzi
Un tempo l’apprendistato era l’accesso al mondo del lavoro degli studenti appena usciti dalla scuola superiore: i ragazzi potevano intraprendere un qualsiasi lavoro, imparandolo e specializzandosi in esso già sul campo, ma oggi sembra non essere più così attrattivo per le nuove generazioni, e si chiede un cambio di passo.
Durante il convegno sono state esposte due ricerche fatte dai due Enti, una quantitativa che ha analizzato l’andamento dei contratti di apprendistato, la distribuzione nel territorio, i settori di maggior impiego e gli esiti occupazionali a medio termine, e una qualitativa che raccoglie voci e testimonianze di imprenditori, tutor e giovani apprendisti, mettendo in luce le potenzialità ma anche le criticità del sistema attuale.
Da tutto ciò è emerso che negli ultimi due anni l’apprendistato, in particolare quello professionalizzante, ha registrato un calo di crescita, all’interno del mercato del lavoro veneto, in contrapposizione al 2022 e agli anni precedenti; a denunciare tale discesa, in merito al valore formativo di tale strumento, sono state soprattutto le imprese artigiane, dove si concentra un quarto del totale delle assunzioni in apprendistato registrato nella Regione Veneto, settore industriale, soprattutto costruzioni, metalmeccanico e alcuni comparti del made in italy quali legno mobilio e industrie alimentari, e, nel terziario, riguardo i servizi alla persona.
L’apprendistato professionalizzante rappresenta ancora la tipologia contrattuale più diffusa, ma se prima la quasi metà dei rapporti di lavoro in apprendistato risultava confermato a tempo indeterminato entro i 5 anni successivi all’assunzione, ad oggi nelle aziende artigiane, i tre quarti dei rapporti di lavoro confermati risultano ancora aperti a 5 anni dall’avvio dell’apprendistato, e la principale causa di conclusione dei rapporti in apprendistato prima della loro conferma a tempo indeterminato sono le dimissioni da parte del lavoratore, cui molto spesso segue l’attivazione di un rapporto di lavoro presso un’altra azienda, artigiana o non.
Quindi è necessario far tornare l’apprendistato ad essere la modalità più coerente per apprendere “competenze, sapere e saper fare”, incentivandone la trasmissione per soddisfare il mercato del lavoro sia per i giovani dipendenti che per gli imprenditori, una sfida che interpella sia la politica regionale che ci mette i soldi, e sia quella nazionale, che fa le leggi.
Fonte: https://www.venetolavoro.it
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