Treviso (Lunedì, 9 Giugno 2025) — Secondo l’Associazione per gli artigiani e per le imprese CNA di Treviso, c’è una grande mancanza di professionisti tra gli operai, i tecnici, i meccanici, gli artigiani del legno, i saldatori, i manutentori e altre figure ad alta qualificazione come ingegneri, inclusi i professionisti sanitari.
di Melania Pulizzi
Dal mese di Maggio al mese di Luglio, sia attendono quasi 27mila assunzioni nella sola Provincia di Treviso, un numero straordinario, se non fosse che più della metà delle posizioni richieste risulta di difficile reperimento; a confermarlo è l’analisi condotta da Unioncamere – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior, che mette in luce uno squilibrio tra la domanda di lavoro e l’offerta.
Queste le parole del Presidente di CNA Treviso, Lucie De Bortoli: “Non siamo di fronte a un’assenza di opportunità, ma a una frattura strutturale tra competenze richieste e mondo reale del lavoro. Viviamo una fase paradossale, le aziende cercano, ma non trovano. Una situazione che, in termini economici, si traduce in un ammanco grave per le aziende trevigiane; i giovani ci sono, hanno voglia di lavorare, ma spesso non riescono a trovare un legame vero con il mondo dell’artigianato e delle piccole imprese. È il momento di costruire un vero patto locale per il lavoro, capace di mettere in rete scuola, formazione, istituzioni e imprese. E noi imprenditori dobbiamo fare la nostra parte, capire che, per un giovane, il lavoro non è solo una busta paga, ma significa sentirsi valorizzato, ascoltato, parte di un progetto”.
In numeri, il 55,1% delle professionalità necessarie non si trova: il 60% delle imprese richiede esperienza, mentre solo il 13% delle assunzioni è rivolto a laureati; i giovani sotto i 30 anni rappresentano il 35% delle entrate previste, ma spesso non hanno il profilo giusto oppure vengono attratti da realtà esterne al territorio; inoltre circa il 20% delle nuove assunzioni previste nella Marca riguarda lavoratori immigrati, un dato che racconta come il lavoro artigiano sia già oggi uno spazio concreto di integrazione, ma anche quanto sia urgente strutturare percorsi efficaci di inclusione; non si tratta solo di accogliere, ma di creare le condizioni perché queste persone possano contribuire in modo pieno al tessuto produttivo locale, attraverso la formazione linguistica, il riconoscimento delle competenze e l’orientamento professionale; in un mercato che fatica a trovare operai specializzati, tecnici e manutentori, non valorizzare questa parte di forza lavoro significherebbe perdere un’opportunità cruciale per la tenuta e lo sviluppo dell’economia territoriale.
Un altro dei punti fondamentali riguarda il benessere dei cittadini, come commenta il Direttore di CNA Treviso, Fabrizio Geromel: “Nelle nostre aree produttive, dove tante piccole imprese convivono fianco a fianco, troppo spesso non si trovano servizi adeguati. Manca tutto quel sistema di servizi che renderebbe il lavoro più vivibile, più umano. È tempo di iniziare a ragionare come un territorio coeso, non possiamo più permetterci di lasciare soli gli imprenditori, i giovani e più in generale le persone che cercano un senso, un progetto. Treviso ha tutte le carte in regola per tornare ad essere una fucina di buon lavoro, ma serve una svolta culturale”.
Fonte: https://www.trevisotoday.it
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