Oggi, 17 febbraio 2024, celebriamo l’anniversario dell’apertura della camera funeraria di Tutankhamon, uno degli eventi archeologici più significativi del XX secolo. Nel 1923, l’archeologo britannico Howard Carter riuscì ad aprire la tomba del giovane faraone egiziano, svelando un ricco tesoro di oggetti funerari e tesori antichi. L’esplorazione della tomba di Tutankhamon fu un evento epocale che catturò l’immaginazione del mondo e gettò nuova luce sulla cultura e la storia dell’antico Egitto.
Era il 17 febbraio 1923 quando la Tomba di Tutankhamon venne aperta per la prima volta. Rinvenuto nella Valle dei Re vicino a Luxor, il sarcofago, rimasto inviolato per secoli, conteneva un’immensa Camera Sepolcrale interamente ricoperta d’oro, e nessun essere umano vi mise piede per quasi 3000 anni. E’ proprio per questo che si salvò dai saccheggiatori, restando praticamente intatta. Si tratta della più grande scoperta archeologica del XX secolo, la tomba di quello che è stato definito il “faraone bambino”, vissuto tra il 1341 a.C e il 1323 a.C, e che regnò per soli 9 anni, morendo poi a causa di un grave malattia, probabilmente un’infezione causatagli da una caduta. La mummia intatta del faraone era in un sarcofago d’oro massiccio del peso di circa 110 kg, con il volto coperto da una maschera d’oro massiccio che riproduceva le esatte sembianze del defunto. Furono oltre 2000 i reperti rinvenuti nella tomba e per catalogarli tutti ci vollero anni.
di Francesco Catania
La scoperta e i primissimi studi della tomba furono opera dell’archeologo inglese Howard Carter, che dedicò la propria vita alla scoperta della tomba di Tutankhamon, insieme a Lord Carnarvon, principale finanziatore dei suoi scavi. Il giovane faraone, che apparteneva alla XVIII dinastia, morì dunque a soli 18, poco prima di compierne 19. Diverse analisi eseguite nel corso degli anni, tra cui quelle del DNA compiute nel 2009, hanno permesso di appurare che il faraone soffriva di diverse malattie, alcune delle quali ereditarie, tra cui il male di Kohler, a causa del quale era costretto a camminare appoggiandosi ad un bastone. Nel corpo di Tutankhamon fu poi registrata la presenza del parassita della malaria in forma grave, tant’è che nella tomba erano state poste anche piante con proprietà analgesiche ed antipiretiche.
«Non ci eravamo mai sognati nulla del genere, una stanza piena di oggetti — sembrava un museo — alcuni familiari, ma altri del tutto sconosciuti, ammucchiati l’uno sull’altro in una profusione apparentemente senza fine». L’egittologo britannico Howard Carter riassumeva in questo modo l’impressione che ebbe quando poggiò lo sguardo per la prima volta nelle stipate camere funerarie della tomba del faraone Tutankhamon, il 4 novembre 1922. Era la prima volta che qualcuno contemplava un corredo funerario dell’Egitto faraonico che non fosse stato vittima di ladri e saccheggiatori di tombe nel corso dei secoli.
Intorno alla figura dello sfortunato imperatore, e in particolare al suo sarcofago, si vennero a creare leggende quasi magiche e mistiche. Pare, infatti, che l’apertura del sarcofago avrebbe scatenato una vera e proprio maledizione, un anatema, che si sarebbe abbattuto sui suoi profanatori. Il caso (?) ha voluto che negli anni appena successivi all’apertura della tomba, tutti i protagonisti della scoperta trovarono la morte per i motivi più disparati, e questo ha alimentato ancora di più la leggenda, stuzzicando la fantasia di scrittori e registi cinematografici, che hanno così arricchito le trame delle loro opere. La scoperta rivelò una straordinaria collezione di manufatti, tra cui il famoso elmo d’oro del faraone e la sua maschera funeraria in oro massiccio, che divennero simboli iconici dell’arte e della maestosità dell’antico Egitto. L’apertura della tomba svelò anche dettagli sulla vita e sulla morte di Tutankhamon, suscitando interrogativi e teorie sulla sua prematura fine.
Questo straordinario avvenimento ha dato vita a una nuova era di scoperte archeologiche e ha alimentato la curiosità verso uno dei più grandi misteri dell’antico Egitto.
L’apertura della camera funeraria di Tutankhamon è stata un momento di grande emozione e tensione. Gli archeologi e gli esperti hanno lavorato meticolosamente per prepararsi a questo evento storico, consapevoli dell’importanza di ogni dettaglio e della necessità di preservare accuratamente il sito e i suoi preziosi tesori.
Una volta rimosse le ultime sigillature, gli esperti hanno potuto finalmente accedere alla camera funeraria di Tutankhamon e scoprire ciò che giaceva al suo interno da millenni. Ciò che hanno trovato ha superato ogni aspettativa: un incredibile tesoro di oggetti preziosi, gioielli, suppellettili e altre testimonianze della vita e del regno di Tutankhamon.
Tra le meraviglie scoperte all’interno della camera funeraria ci sono stati numerosi manufatti di grande valore storico e artistico. Tra questi, spiccano il famoso sarcofago d’oro di Tutankhamon, decorato con raffigurazioni di divinità e simboli sacri, e la sua celebre maschera funeraria, uno dei capolavori dell’arte egizia antica.
Ma non sono stati solo oggetti preziosi a emergere dalla camera funeraria di Tutankhamon. Gli archeologi hanno anche scoperto una serie di documenti, papiri e raffigurazioni murali che forniscono preziose informazioni sulla vita, la religione e la cultura dell’antico Egitto durante il regno di Tutankhamon.
Esperti, studiosi e appassionati di storia si sono riuniti per discutere e analizzare le nuove scoperte, cercando di svelare i segreti nascosti dietro ogni oggetto e ogni raffigurazione trovata all’interno della camera funeraria. Tuttavia, l’evento ha anche sollevato alcune questioni etiche e morali riguardo alla conservazione e alla tutela dei siti archeologici. Molti esperti hanno sottolineato l’importanza di preservare e proteggere questi tesori antichi per le generazioni future, garantendo che possano continuare a essere studiati e ammirati nel corso dei secoli.