Treviso (Lunedì, 5 Maggio 2025) — Intorno alla fine del mese di Aprile, la Scuola dell’Infanzia paritaria parrocchiale “Santa Maria delle Vittorie” del Comune di Susegana in Provincia di Treviso, ha portato i bambini in gita alla moschea islamica, causando non poche polemiche.
di Melania Pulizzi
Le fotografie che sono state fatte nel corso della visita sono state pubblicate sulla pagina social della Scuola, scatenando commenti durissimi sotto i post che rappresentavano dei ragazzini proni sul tappeto rosso all’interno della moschea; la religione islamica è molto diversa dalla religione cattolica, con pratiche non così comprensibili da noi occidentali e, per questo, difficile da capire e condividere; per questo la Scuola è stata accusata da molti cittadini, di aver elogiato e raccontato nei dettagli, un culto a noi estraneo; l’entusiasmo nell’aver partecipato anche solo a dei gesti tipici della religione islamica, come il togliersi le scarpe, il velo indossato dalle donne, l’enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si piega per pregare, la gratitudine verso l’Imam che ha spiegato i 5 pilastri sui quali si fonda la religione musulmana, e molto altro ancora.. non è stato accettato da una parte della comunità, che è rimasta indignata nel dover leggere apprezzamenti verso una religione diversa dalla nostra; un gesto che è apparso inaccettabile anche da parte della politica, con un commento che arriva anche dal Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, in merito al fatto di portare i bambini in luoghi di culto diversi dal nostro: “Noi portiamo i bambini di tutte le scuole pubbliche a visitare il museo e la Sinagoga per capire cos’é la presenza di duemila anni della comunità ebraica di Roma a Roma, ma certo non li facciamo partecipare alla preghiera; ogni visita in un luogo di culto deve avere il sapore della convivenza, in termini di condivisione, certo non in termini di conversione e indottrinamento”. Intanto l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha avviato delle verifiche in merito a questi casi, restando in attesa di definirne meglio i dettagli da parte degli uffici centrali del Ministero dell’Istruzione e del Merito, e se siano stati rispettate le norme sulla parità scolastica, a cui le insegnanti e il coordinatore scolastico devono attenersi, come richiesto dalla Legge n. 62/2000, per ogni tipo di attività progettuale.