Treviso (Domenica, 4 Maggio 2025) — Appare ancora non molto chiara la faccenda del Monastero di San Giacomo di Veglia, nel Comune di Vittorio Veneto, in Provincia di Treviso; sembra però che l’iniziativa di produrre Prosecco, da parte della ex Badessaa Aline Pereira, abbia diviso le consorelle e “intaccato” la sacralità del luogo.
di Melania Pulizzi
Al momento il Dicastero Romano non si pronuncia sull’allontanamento della ex Madre Badessa e la successiva fuga dalla clausura da parte delle quattro suore, ora diventate cinque; ma, a quanto trapela dal Convento, pare che l’iniziativa di produrre il Prosecco per volontà della Madre Badessa Aline Pereira Ghammachi, sia stata una scelta sempre contestata da alcune consorelle più tradizionaliste, le quali lamentavano che questa attività non rispettasse la laicità della Chiesa, l’Ordine monastico e il luogo di silenzio e preghiera che è sempre stato il Monastero; se torniamo indietro, a confermare che tutto giri intorno alla produzione di vino, ci sono le prime avvisaglie di discordia risalenti a Gennaio del 2023, ovvero un mese dopo l’inizio della produzione inaugurata a Dicembre 2022; in questo momento, all’interno del Monastero, sono rimaste 19 suore, in quanto alle quattro fuggitive se ne è aggiunta un’altra storica, entrata in convento 25 anni fa. Queste le parole della ex Madre Badessa Aline Pereira, in sua discolpa: “Vi scrivo in un momento per me molto difficile. La nomina della Commissaria, Suor Driscoll di 81 anni, a presiedere il Monastero dopo la mia destituzione, non è il punto centrale. Il vero problema è il motivo per cui il Dicastero ha arbitrariamente disposto il mio allontanamento, senza fornire alcuna motivazione ufficiale o denuncia canonica; l’ispezione che è stata fatta da parte del Vaticano, si era conclusa con esito positivo, contrariamente a quanto invece è stato affermato”. L’ex Madre Badessa non accusa il Vaticano, bensì si scaglia contro Padre Lepori, l’Abate generale dell’Ordine Cistercense, accusandolo di aver divulgato falsità e affermazioni diffamatorie, lesive per la sua persona e l’onorabilità del ruolo che ricopriva. Ad ogni modo le indagini continuano e, nei prossimi giorni, speriamo di saperne di più per fare chiarezza a favore del buon nome del luogo sacro che, il Monastero di San Giacomo di Veglie ha sempre avuto.
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